Zika e gravidanza: Domande e Risposte

Scritto da: Staff Medelit

Il virus Zika, un virus inizialmente dato per poco aggressivo, è in questi giorni diventato oggetto di grandi paure in tutto il mondo perchè individuato come il probabile responsabile per la nascita di migliaia di bambini microcefalici in Sudamerica negli ultimi mesi.

Il virus Zika viene trasmesso dalle zanzare. L’infezione di per sé, non è grave e porta a lieve febbre, eruzioni cutanee, congiuntivite, dolore alla testa e alle articolazioni, che compaiono tra i 3 e i 12 giorni dopo la puntura della zanzara e durano in tutto 2-7 giorni. Il 25% degli infettati supera l’infezione senza neanche mostrare sintomi.

Tuttavia, sono stati documentati casi di gravi complicanze neurologiche e gli effetti sul sistema nervoso sono proprio il motivo per cui i medici brasiliani hanno iniziato a pensare che quel così elevato numero di bambini nati con microcefalia poteva essere associato allo Zika virus contratto dalle madri durante la gravidanza.

Questo virus, che si sta rapidamente propagando in Brasile ed in molte parti dell’America Latina e dei Caraibi, sta quindi diventando l’incubo di migliaia di donne in dolce attesa.

Come sempre, è meglio informarsi bene così da non incorrere in rischi evitabili o, al contrario, creare inutili allarmismi.

Quindi, cerchiamo di esporre meglio le cose:

Il virus Zika è nuovo?

Il virus Zika, una novità per l’occidente, è in realtà un virus ben conosiuto visto che è in circolazione da circa 50 anni. Tuttavia, ad oggi è sempre stato endemico in Africa, Asia e nelle isole del Pacifico e la sua comparsa e rapida diffuzione in Sud-America è una novità.

E’ verosimile che nelle zone endemiche, essendo la popolazione esposta già in età giovanile, la maggior parte delle donne in età fertile risulti già immune e quindi non si ammali proprio durante la gravidanza.

Per questo motivo il numero di infezioni durante la gravidanza non è probabilmente stato sufficente per poter dedurre l’associazione tra infezione in gravidanza e microcefalia.

Può anche essere che la stessa improvvisa diffusione abbia variato le dinamiche di virulenza.

Dove si sta svolgendo l’epidemia da virus Zika?

I paesi coinvolti includono: Brasile, Colombia, El Salvador, Guiana Francese, Guatemala, Haiti, Honduras, Martinica, Messico, Panama, Paraguay, Suriname, Venezuela, Barbados, e Puerto Rico.

Cos’è la microcefalia?

La Microcefalia è una condizione in cui vi è un ridotto sviluppo del cranio. Il termine stesso si riferisce alla sola dimensione della scatola cranica, ma in realtà la condizione si associa a tutte una serie di anomalie di sviluppo tra cui deficit dello sviluppo cognitivo e neuro-motorio. La ridotta dimensione della testa nasconde infatti un sottostante deficit nello sviluppo cerebrale.

La microcefalia è subito riscontrabile alla nascita, quando si misura, di prassi la circonferenza cranica. Anche durante la gravidanza, in condizioni di rilevante deficit di sviluppo (almeno due deviazioni standard al di sotto della media) del cranio, è possibile evidenziare la condizione.

Che conseguenze ha la microcefalia?

La microcefalia è una condizione irreversibile. Si può associare a vari ritardi nello sviluppo (es. ritardo del linguaggio, ritardo motorio), difficoltà cognitive (ritardi dell’apprendimento e ritardi mentali), crisi convulsive, anomalie alla vista e all’udito, difficoltà a deglutire, camminare, mantenere l’equilibrio.

Siamo sicuri che il virus Zika provochi la micocefalia?

No, non ne siamo ancora sicuri e occorre proseguire le ricerche per avere dati certi. Tuttavia si sa che:

a. In Brasile 2 casi di aborto e 2 neonati affetti da microcefalia sono risultati positivi per il virus Zika e le madri avevano mostrato sintomi della malattia durtante la gravidanza.

b. Il Brasile ha avuto u aumento importante nel numero di casi di microcefalia dall’arrivo del virus nell’ottobre 2015, con 3500 casi diagnosticati in 3 mesi. Questi numeri indicano un aumento di 10 volte i valori normalmente riscontrati.

c. I casi di microcefalia sono stati più numerosi nelle zone più fortemente colpite dal virus, nella zona Nordest del Brasile.

Given these concerns, the Brazilian Ministry of Health, the US CDC, and many others are worried about the effect this infection, otherwise mild, may have on infants.

Rischi di infezione e come comportarsi

E’ ormai evidente che è da sconsogliare a qualsiasi donna in gravidanza di recarsi nelle zone endemiche del virus zika. Per coloro che avessero in programma un viaggio nei Paesi coinvolti, conviene rimandare ogni progetto di gravidanza fino a dopo il viaggio.

Il rishio di importazione del virus in UE c’è e sono stati già rilevati i primi casi, anche se la trasmissione avviene pricipalmente tramite la puntura di zanzare infette e l’unico altro rischio effettivo è quello della trasmissione tramite trasfusione di sangue infetto, motivo per il quale si sta alzando il livello di sorveglianza sulle donazioni di sangue da parte di persone che sono state in aree dove è presente il virus.

Il virus è stato anche ritrovato nel liquido seminale di un uomo infetto ed è quindi possibile che vi sia il rischio di trasmissione sessuale.

Resta comunque chiaro che non occorrono inutili allarmismi sulla possibile diffusione in Europa visto che la principale via di trasmissione rimane la puntura di zanzare infette e le attuali temperature nell’emisfero nord rendono pressocchè impossibile la diffusione su larga scala di colonie di zanzare infette.

Cosa fare nel sospetto di un’infezione

Per il momento non è ancora disponibile un vaccino per il virus Zika. Tuttavia si stanno già mobilitando in tutto il mondo per produrre quantoprima un’immunizzazione da poter distrubuire subito nelle zone coinvolte dall’epidemia.

In caso di sospetta infezione non occorre agitarsi. E’ sufficente contattare il proprio medico curante così da ricevere consigli sul da farsi. Come già detto il virus non porta generalmente a malattia grave.
In caso di gravidanza occorre invece prendere contatto con il proprio ginecologo ed informarlo tempestivamente del sospetto di infezione.

Se si sta programmando un viaggio in Sudamerica potrebbe essere utile consultare uno specialista per farsi consigliare sulle prcauzioni da prendere.

Per saperne di più è possibile collegarsi con il sito del Ministero della salute