Scritto da: Staff Medelit
Alla maggioranza dei neonati viene esaminato l’udito nei primi giorni di vita, mentre sono ancora in ospedale, ma questi test non sono sempre in grado di evidenziare tutti i deficit, anche se gravi. Secondo uno studio recente, un terzo dei bambini sottoposti ad impianto cocleare per sordità aveva precedentemente superato lo screening uditivo alla nascita.
Questo dato è molto importante, in quanto molti pediatri e genitori non realizzano che il bambino è portatore di gravi problemi uditivi. Negli Stati Uniti (come in Italia) gli ospedali eseguono di prassi un controllo all’apparato uditivo del neonato prima della dimissione dall’ospedale. Circa 2 – 3 bambini ogni 1.000 nascono sordi, totalmente o parzialmente. Prima vengono diagnosticati i problemi, e quindi prima si agisce per risolverli, più facilmente svilupperanno le loro capacità di linguaggio.
I ricercatori del Children’s Memorial Hospital di Chicago, hanno analizzato 127 bambini con problemi uditivi abbastanza gravi da dare indicazione al trattamento con impianto cocleare, scoprendo che un terzo di loro aveva passato il test per la sordità alla nascita. I risultati di tale ricerca sono stati poi pubblicati in un numero di Archives of Otolaryngology – Head and Neck Surgery.
Il fallimento potrebbe non essere dovuto al test sui nascituri, ma semplicemente al fatto che alcuni problemi uditivi si sviluppano lentamente nel tempo. I bambini maggiormente a rischio di sviluppare sordità sono coloro che sono stati affetti da infezione da cytomegalovirus e quelli ricoverati in terapia intensiva neonatale.
In questi casi i problemi di udito tendono ad evidenziarsi solo dopo il primo mese di vita, e possono quindi sfuggire allo screening per il quale viene raccomandata (dai centri di Prevenzione) l’esecuzione entro il primo mese di vita.
“La situazione solleva il tema dell’effettivo beneficio che potrebbero avere i bambini se il test fosse ripetuto prima del compimento del primo anno” dichiarano gli autori dello studio.
In ogni caso secondo gli autori della ricerca, lo screening neonatale, anche se imperfetto, anticipa la diagnosi di molti problemi uditivi. Sono stati confrontati i dati attuali con quelli relativi agli anni precedenti allo screening universale dei neonati ed è stato evidenziato come oggi la diagnosi avvenga in media intorno agli 11 mesi di vita contro i 21 mesi rilevati in precedenza.
Quindi genitori, siate felici se vostro figlio passa il test dell’udito in ospedale, ma non dimenticate che questo risultato non dà una garanzia del 100%. Se avete quindi motivo di pensare che il vostro bimbo abbia qualche problema di udito parlatene con il pediatra che vi saprà indicare se vale la pena o meno eseguire un secondo test audiologico.
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