Memoria: trucchi e tecniche per mantenerla in età avanzata

La perdita di memoria non è da considerarsi necessariamente un destino inevitabile per chi invecchia. Nonostante ciò, gli anziani tendono ad avere un concetto quasi fatalistico della perdita di memoria e una visione pessimistica riguardo l’andamento delle proprie capacità mnemoniche, talvolta in associazione ad una paradossale sovrastima delle proprie capacità di ricordare informazioni specifiche.

perdita memoria

La paura di fallire in situazioni che coinvolgono la memoria crea nella persona anziana un circolo vizioso che porta a perdere fiducia nelle proprie capacità e a ritirarsi di fronte a situazioni o attività valutate come troppo difficili con un conseguente senso di inadeguatezza e di imbarazzo in situazioni sociali. Questa visione distorta dei cambiamenti associati all’età non fa altro che confermare l’idea che l’invecchiamento implichi più perdite che guadagni. La strategia più comune è quella di ricorrere a mezzi che evitino le situazioni sfidanti e quindi l’utilizzo della memoria, con il conseguente inevitabile peggioramento delle effettive prestazioni cognitive.

La possibilità di dare una svolta positiva a questo percorso sembra dipendere da quelli che vengono chiamati fattori di protezione, come la dieta , l’attività fisica, l’esercizio mentale e tutto ciò che rientra nella definizione di “invecchiamento attivo”.

Considerare la mente come un muscolo, per il quale si possono ottenere benefici solo con l’esercizio è da certi punti di vista un po’ semplicistico; oggi sappiamo che la mente è un sistema complesso su cui interagiscono continuamente tra loro aspetti sia cognitivi sia emotivi, quindi andranno svolte attività che si basino sulla valutazione di come entrambe queste componenti influenzino l’invecchiamento, per rispondere in modo adeguato alle preoccupazioni della persona che invecchia, che vive i fallimenti della propria memoria come un indice di sviluppo di una patologia neurodegenerativa.

I primi studi di potenziamento della memoria risalgono agli anni settanta e si basavano sull’insegnamento di strategie di memoria, chiamate mnemotecniche, principalmente mirate al miglioramento della memoria episodica, uno dei primi sistemi danneggiati dall’invecchiamento. Gli interventi erano generalmente molto brevi (3-6 sessioni), ed avevano l’obbiettivo di dimostrare che gli anziani potevano migliorare la loro prestazione di memoria. Questi studi hanno in effetti dimostrato che il training era in grado di migliorare le capacità mnemoniche negli anziani.

Recenti studi hanno invece messo a confronto giovani studenti con anziani e si è visto che, nonostante i due gruppi partissero da prestazioni differenti a favore dei giovani, il risultato in termini di miglioramento con l’applicazione delle tecniche di immagini mentali era indipendente dall’età.

Anche se gli studiosi concordano sull’efficacia degli interventi di ri-attivazione cognitiva negli anziani, non è ancora chiaro come si possa riuscire a garantire che i benefici si mantengano poi nel tempo. La fatica maggiore sta infatti nel mantenere l’uso delle strategie insegnate nella vita quotidiana e questo va a scapito dei benefici ottenuti durante il periodo di training. La ragione principale del progressivo disuso delle strategie apprese è da ricercarsi sia natura delle attività proposte, lontana dalle normali richieste della quotidianità, sia nelle caratteristiche emotivo-motivazionali dell’anziano (scarsa fiducia nelle proprie abilità mnemoniche) e la scarsa comprensione sul significato ed i meccanismi della memoria.

Il training, per avere effetti duraturi nel tempo, dovrebbe lavorare anche sulla percezione di competenza della persona anziana, così che possa rielaborare le sue convinzioni sui cambiamenti associati all’età (dei quali spesso vengono visti i costi e non i benefici) e su cosa significhi ricordare.

Recentemente diversi studi si sono concentrati sullo sviluppo di interventi di potenziamento della memoria che agiscano in modo combinato sia sugli aspetti cognitivi sia su quelli emotivo-motivazionali. I risultati ottenuti hanno dimostrato una maggiore durevolezza nel tempo, con miglioramenti nello stile di vita ad ogni età ed effetti di generalizzazione anche per ambiti non direttamente coinvolti nei processi di potenziamento.

I fallimenti nella vita quotidiana possono essere mitigati in presenza di un atteggiamento impegnato e positivo, anche quando si è in presenza di cambiamenti fisici, cognitivi e personali come quelli associati all’età che avanza.

La psicologia ha dimostrato che interventi di potenziamento cognitivo permettono di far apprendere nuovi trucchi a qualsiasi età, anche se il successo e la durata dei benefici dipendono da come e da cosa viene insegnato.

In un’epoca caratterizzata dall’allungamento della vita, l’invito è quello di avere una visione dell’anziano con potenzialità “che aspettano solo di essere sfruttate” con lo scopo non tanto di aggiungere anni di vita, quanto piuttosto vita agli anni.

Esempio di esercizio mnemonico (mnemotecnica):

  1. Scegliere un luogo familiare in cui siano identificabili dei punti specifici.

Ad esempio provate a pensare ad un percorso che fate tutti i giorni. Lungo tale percorso individuate ora dei negozi e dei monumenti o qualunque altra caratteristica che possa essere considerata una posizione (es. un’edicola, una piazza, un’ansa della strada), memorizzate bene la sequenza.

  1. Create delle immagini associate alle informazioni che desiderate ricordare e associatele ad ogni posizione, integrando ogni immagine con la sua posizione. Ad esempio se volete ricordare delle parole: gomma, tigre,bicchiere, auto, associate la prima parola alla prima posizione (immaginando una gomma sulla pagina del quotidiano che acquistate normalmente in edicola), la seconda parola alla seconda posizione (una tigre scappata dallo zoo gira libera nella Piazza), ecc..
  1. Per ricordare nell’ordine le parole vi basterà ripercorrere il percorso.

Fonte: E.Borella, E. Caretti, R.De Beni. Memoria,anziani ma non solo trucchi e tecniche per ricordare meglio. Psicologia Contemporanea, maggio-giugno.