Scritto da Staff Medelit

In una delle fasi più “delicate” nella storia di un malato oncologico, sono i professionisti sanitari a recarsi presso l’abitazione del paziente assicurando cure specialistiche come quelle erogate da un reparto ospedaliero tradizionale.

Il vantaggio è quello di permettere al malato di restare in un ambiente noto e rassicurante, ossia nella propria abitazione, e di poter godere inoltre della vicinanza e presenza continua dei propri familiari. I bisogni del paziente vengono garantiti da un’equipe multidisciplinare che opera in sinergia per rispondere ai molteplici bisogni del malato e della sua famiglia.
L’assistenza del paziente oncologico a domicilio prevede le cure mediche, infermieristiche, psicologiche ed umane necessarie. assistenza oncologica

Gli obiettivi principali di questo tipo di trattamento al domiclio sono: consentire alla persona malata di vivere la malattia nella propria abitazione continuando ad essere il “protagonista” delle scelte operate, evitare ricoveri inutili, assicurare la continuità delle cure ed una risposta ai vari bisogni del malato e del suo nucleo familiare, assicurare un sostegno ai familiari anche quando si conclude il periodo di assistenza al malato, per tutto il tempo che la famiglia ritiene necessario.

Il medico stabilisce il programma terapeutico informandone la famiglia e coinvolgendo laddove è possibile, il malato. Si reca periodicamente al domicilio dell’ammalato in base ad una programmazione delle visite, qualora le condizioni del paziente siano stabili, oppure su chiamata da parte dei familiari i quali possono sempre contattarlo anche per eventuali consigli e indicazioni pratiche. La sua presenza ed i suoi suggerimenti, oltre che per la cura, sono di fondamentale importanza per sostenere il malato e il nucleo familiare.

L’infermiere effettua le prestazioni infermieristiche in base alle indicazioni del medico. Provvede ad eseguire prelievi del sangue, medicazioni, fleboclisi, lavaggi di cateteri, irrigazioni, ecc. Si tratta di una figura molto importante perché ha anche il compito di dare alla famiglia le indicazioni circa alcuni comportamenti ed azioni da compiere nei confronti del malato così da agevolare il compito assistenziale che si è assunta. In particolare, insegna a movimentare il paziente allettato, a somministrare adeguatamente i farmaci, a gestire le flebo, e se c’è la disponibilità ad imparare, ad eseguire iniezioni intramuscolari. Egli ha il compito di sostenere i familiari rassicurandoli e cogliendo eventuali loro cedimenti, che segnala agli altri membri dell’equipe.

Lo psicologo interviene presso il domicilio dei pazienti assieme al medico o su precisa richiesta dei familiari e/o del malato stesso. Il suo compito è quello di sostenere emotivamente durante la malattia tutto il nucleo familiare, cercando di favorire il superamento delle tensioni e soprattutto consentendo al malato e ai suoi cari di usufruire di spazi in cui esternare liberamente i propri vissuti emotivi, i timori e le ansie senza preoccuparsi di gravare anche con questo peso chi sta condividendo l’esperienza di malattia. Il suo ruolo risulta molto importante per i familiari nel periodo che segue il termine dell’assistenza e ne viene facilitato dall’averli conosciuti in precedenza e dall’aver già avviato un dialogo che viene ad essere modificato dagli eventi, ma che trova le basi in una forma di confidenza già avviata.